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Carnevale in Toscana

Carnevale in Toscana

La simbologia del carnevale

Tra febbraio e marzo, nei paesi di origine cattolica, si celebra il carnevale, festa che, nonostante il suo trasformarsi durante il corso del tempo – antiche sono le origini – non ha perso tuttavia i suoi caratteri tradizionali. Infatti, durante le dionisiache greche e i saturnali romani, vi era già l'uso di sovvertire, per un periodo limitato, le gerarchie sociali e gli obblighi che esse comportavano, in favore del disordine, dello scherzo e della sregolatezza. Una volta terminate le celebrazioni, l'ordine costituito riprendeva il proprio posto, rigenerato e garantito fino al carnevale successivo. Oggi la valenza simbolica è forse meno forte, ma i festeggiamenti, caratterizzati da giochi e maschere, continuano a coinvolgere un gran numero di persone, dai più piccoli ai più grandi, in tutto il mondo. In Italia, esso viene festeggiato un po' ovunque, con parate di carri allegorici, sfilate di maschere tradizionali e non e feste e recite anche nelle scuole. Tuttavia vi sono alcuni luoghi le cui celebrazioni sono famose anche oltre i confini nazionali, basti pensare al carnevale di Venezia o a quello di Viareggio.

Il carnevale di Viareggio e non solo

Tra le ragioni che rendono popolare la Toscana possiamo includere lo spirito con cui ci si adopera per i festeggiamenti carnevaleschi. Impossibile non pensare subito agli storici cortei di Viareggio, dove protagonista è la satira politica e sociale. I carri, realizzati con un uso sapiente della cartapesta, al punto da essere delle vere e proprie opere d'arte, sfilano per la città, dove, per l'occasione, sono state organizzate varie attività, come il torneo di calcio giovanile, nato nel 1949, e i veglioni rionali, feste in strada caratterizzate da musica, stand fieristici e, ovviamente, maschere. Tra queste, Burlamacco è quasi il simbolo del carnevale viareggino. Nato nel 1930 insieme alla compagna Ondina, si caratterizza per una tuta futurista (come del resto lo era suo padre, Uberto Bonetti, pittore e grafico) a rombi bianchi e rossi, un mantello nero, la faccia truccata da clown e un nome che richiama la burla carnevalesca. Dalla commedia dell'arte proviene invece Stenterello, il popolano fiorentino, di bassa estrazione sociale, vittima delle ingiustizie, la cui comicità nasce dallo scontro tra la sua prontezza a schierarsi a favore dei più deboli e la tremarella che lo caratterizza. Tornando al carnevale di Viareggio, ricordiamo che l'edizione 2017 inizierà domenica 5 febbraio e terminerà sabato 28 febbraiio con un grande spettacolo pirotecnico. Cliccando su questo link potrete accedere direttamente alla pagina ufficiale del carnevale di Viareggio così da visualizzare il programma nel dettaglio e avere tutte le informazioni necessarie. Ma la tradizione carnevalesca toscana non si esaurisce certo qui. Foiano della Chiana, nell'aretino, con la sua prima edizione risalente al 1539, vanta uno dei carnevali più antichi d'Italia. Esso è caratterizzato dalla gara tra i carri dei quattro Cantieri in cui è divisa la popolazione e dalla presenza del Re Giocondo, un fantoccio gigante imbottito di petardi a cui viene appiccato il fuoco alla fine dei festeggiamenti. Anche Siena propone sfilate accompagnate da spettacoli di cabaret e musicali. Piazza del Campo si trasforma in un grande palco dove si esibiscono giullari, saltimbanchi, equilibristi e musicisti per il divertimento di grandi e piccini. Da buon gustai quali siamo, il carnevale non può non essere accompagnato da gustose pietanze tipiche. Così in Toscana protagonisti sono la schiacciata fiorentina, una torta farcita con creme o panna montata, e il berlingozzo, una ciambella al forno fatta di farina, uova, lievito, latte, zucchero, burro e scorza di limone o arancia (praticamente quasi gli stessi ingredienti dei brigidini, la specialità di Lamporecchio, la quale si distingue per l'essenza d'anice). Carnem levare, dice l'etimologia latina del termine carnevale. Così, prima che l'avvento della Quaresima segni l'inizio di un periodo di morigeratezza della tavola, dei costumi e della condotta, approfittiamo di questi eventi, andiamo ad ammirare i carri e le maschere, balliamo, assaggiamo le prelibatezze del luogo e, perché no, mascheriamoci!

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